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La porta Omnium Sanctorum (come si legge sull'architrave della facciata interna), detta più comunemente del Portello, riprende i nomi di entrambe le due porte orientali delle antiche mura carraresi che andava a sostituire. Il termine Portello si riferiva in modo ambivalente alla porta medievale collocata in fondo all'attuale via S. Massimo (portello = porta minore) e al porto fluviale a cui dava accesso, che di lì a poco, nel 1534, con la costruzione delle due gradinate, oggi restaurate, fu anch'esso trasferito presso la nuova porta. La nuova collocazione, piuttosto lontana della precedente, fu conseguenza dell'intenzione (poi non realizzata) di occupare tutta la testata orientale della città con il Castelnuovo. La porta fu inau­gurata il 12 giugno 1519 dal capitano Mar­cantonio Loredan e in quell'occasione venne chiusa definitivamente la porta Portello carrarese (quella di Ogni Santi era stata già chiusa ai tempi dell'assedio del 1509).

Il fatto che fosse la porta a cui si giungeva provenendo da Venezia spiega la sua architettura particolarmente enfatica in termini di materiali e decorazioni, rispetto alle altre porte della città.

La facciata esterna, rivestita in bianca pietra d'Istria, esibisce uno scenografico apparato architettonico e decorativo: quattro coppie di colonne libere suddividono la superficie in tre fasce verticali e reggono il movimentato architrave nonché quattro basi sormontate da palle di cannone in trachite, che risaltano sul campo chiaro del timpano. Altrettanto monu­mentali sono i sostegni delle colonne, visibili solo dal fiume o dal porto, formati da coppie di volute, oggi parzialmente sommerse a causa dell'aumentato livello dell'acqua (si confrontino le foto recenti con quelle di inizio secolo e con le vedute più antiche). Varie iscrizioni esaltano l'antichità della città e il suo buon governo, di cui si fa garante la Serenissima. I dadi centrali sono arricchiti dalle sculture di due leoni che sorvegliano l'ingresso.

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L'unico accenno alle funzioni militari è costituito dalle cannoniere sui fianchi, due originariamente a pelo d'acqua e oggi parzialmente sommerse (a conferma dell'aumentato livello dell'acqua) e altre due in sommità. Come le due porte che l'hanno preceduta, Pontecovo e Santa Croce, è costruita a sporto rispetto alla cortina muraria, ma ad oggi è l'unica per la quale si sia potuta confermare l'esistenza delle cannoniere a pelo d'acqua, anche se ancora non sono state rilevate le relative casematte che certamente devono conservarsi sotto la porta (come avviene per le analoghe e coeve porte di Treviso).

Nel 1535, sopra il timpano, è eretta la torretta con l'orologio, sormontata dal padiglione otta­gonale in pietra di Nanto. Il prospetto interno è suddiviso nello stesso modo, ma con un partito più economico: su quattro larghe lesene in pietra ne aggettano leggermente delle altre più strette. Purtroppo anche su questo lato un porzione basamentale del prospetto si trova sotto il livello stradale. Il rive­stimento in pietra è riservato solo alla parte centrale attorno all'arco. I gruppi scultorei sulle superfici intonacate sopra le porte pedonali sono assai più tardi. Come le facciate, anche lo spazio interno è tripartito con due coppie di eleganti pilastri quadrati. Tracce di affreschi recentemente messi in luce decorano le superfici interne. Dalla porta pedonale orientale si sale al piano superiore, fino a poco tempo fa adibito a cabina di trasformazione elettrica per l'illuminazione pubblica.

Il ponte esterno a quattro archi, costruito nel 1784, in sostituzione del precedente di legno, nasconde con i massicci parapetti una buona parte dei motivi decorativi inferiori, che sono invece ben visibili dalle gradinate del porto. Sul parapetto a destra guardando la porta si può notare una divertente curiosità; qui sono incise sulla pietra una scacchiera e una tria, esse dovevano probabilmente servire come passatempo ai soldati di guardia alla porta o al personale addetto al dazio.

Le cortine murarie ai lati della porta sono state pesantemente abbassate e oggi permane solo la parte scarpata.

(pagina a cura di Ugo Fadini, testo basato su A. Verdi, Porte, bastioni, cortine, in G. Mazzi, A. Verdi, V. Dal Piaz, Le Mura di Padova, Il Poligrafo 2002, con integrazioni - ultimo aggiornamento 2/2012)


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ICONOGRAFIA STORICA DI PORTA OGNISSANTI

disegni e dipinti del Canaletto


disegni e incisioni di Pietro Chevalier


disegni, dipinti e incisioni di autori diversi


foto storiche


PORTA OGNISSANTI, GALLERIA FOTOGRAFICA

La facciata nord, sul Piovego


Il ponte


La facciata sud, verso la cittàL'interno (prima dei restauri)

 

I fianchi e le cannoniere (1997). Per immagini e rilievi della casamatta, guarda lo slideshow di Padova Sotterranea

 

L'interno (prima dei restauri)


Il piano superiore